venerdì 12 dicembre 2008

Al voto!

Bisogna rivitalizzare la democrazia, a cominciare dalla dimensione locale. L'approccio dal basso deve essere però accompagnato e incoraggiato da iniziative provenienti dall'alto: vale a dire non relegare la partecipazione al principio di sussidiarietà, che negli ultimi vent'anni ha dato scarsissimi frutti democratici.
Rappresentatività e partecipazione devono procedere affiancate, perché bisogna rendersi conto che l'essere cittadini, l'usare pienamente i propri diritti politici, viene prima dell'essere di destra o di sinistra. Se non siamo cittadini sovrani, ogni nostra altra appartenenza è un vassallaggio ai partiti, non una partecipazione.
Il pluralismo non deve esistere solo a livello parlamentare; esso, infatti, è solo la conseguenza e un’espressione del pluralismo delle idee e delle culture presenti nella società. E' perciò necessaria una nuova capacità di connettere i cittadini europei alle loro istituzioni, altrimenti disaffezione e torpore continueranno a persistere.
Per questo invito gli elettori Abruzzesi a recarsi numerosi presso i seggi, il 14 e 15 Dicembre prossimo. A loro, ai miei "competitori" e a tutti i lettori del blog auguro buona fortuna (augurio che porgo anche a me stessa) e faccio sinceri auguri di buone feste. In quest'ultimo post pre-elettorale, amo salutarvi con una frase di Gandhi che recita cosi: " La mia vita è il mio messaggio"; che vuol essere anche il manifesto della mia "missione" politica.

martedì 9 dicembre 2008

Il peso delle alternative

E' accettabile che la stabilità politica di un intero Paese dipenda dai voti ottenuti convincendo alcuni senatori a cambiare casacca, voltando le spalle ai cittadini che li hanno votati? O, ancora, dipenda dalle condizioni di salute di un manipolo di senatori a vita ultra ottantenni? E' tollerabile l'opposizione per vizio ideologico a tutto ciò che s’ispira a una razionalità che appartiene al sistema, si tratti di linee ad alta velocità, di pensioni o di posizioni da occupare sullo scacchiere internazionale?
Inoltre, nelle democrazie che funzionano, non governa la piazza, ma il popolo, due cose del tutto diverse.

Il collante di una coalizione, non dovrebbe essere esclusivamente la paura nei confronti di Berlusconi, perché impedire che governino gli altri è troppo poco per giustificare un governo.
Durante l'ultimo tesseramento a chi mi chiedeva: " Perché aderire all'Udeur se c'è la Margherita, tanto più forte, specie nella nostra provincia, Pescara?" - rispondevo con la storiella tanto cara a Sandro Pertini. Quando il Tribunale speciale lesse la sentenza che lo condannava, egli gridò: "Evviva il socialismo". Il maresciallo che comandava la scorta si complimentò con lui: "Bravo, finalmente uno, inneggiano sempre al comunismo!"

E, a proposito di comunismo, la storia si ripete; eccome! Come non ricordare la prima statua di Lenin abbattuta in Asia centrale all'urlo di "Allah akbar" ossia "Allah è grande". Oggi c'è Al Quaeda e sarebbe da miopi non vedere il legame esistente tra la fine del comunismo come ideologia di rivolta degli oppressi e l'islam fondamentalista di oggi.
Prima chi voleva combattere il capitalismo occidentale abbracciava il marxismo - leninismo perché era quella l'arma del tempo. Quando quest'arma è scaduta, ne è nata una nuova, che si chiama Al Quaeda. Allora bisogna chiedersi se sia possibile salvare capre e cavoli, mantenendo la bellezza del mondo che sta nella sua diversità ma anche nel rafforzamento delle peculiarità.

Per quanto riguarda il nostro Paese e l'Europa, nonostante il riferimento a Tucidide nell'incipit della costituzione europea: "La nostra Costituzione si chiama democrazia, perché il potere non è nelle mani di pochi, ma dei più"; nell'Unione continua a essere vero esattamente l'opposto.

venerdì 5 dicembre 2008

Seminare, condividere, ripartire. Insieme.

Siamo sicuri che il primo comandamento dica proprio: " Il prodotto interno lordo non deve mai rallentare."?
Siamo certi che oltre al mito del consumo infinito, non ci siano altri obiettivi, non esistano altri modelli di benessere da proporre alle famiglie già discriminate da una cultura in cui tutto è mercato, sempre più preoccupate per il presente e per il futuro?

Il nostro paese è ormai il mondo; un mondo dominato da due tendenze divenute, di fatto, ideologie spesso in conflitto: quella economica (che ha come riferimento il mercato) e quella sociale (portatrice di valori come la solidarietà e la gratuità, che ha nella famiglia il suo perno centrale). E a proposito di famiglia, a me sta a cuore quella "tradizionale" e con essa la vita, la pace, gli ultimi; ma se cito le prime due, sono considerata di destra, viceversa citando le seconde sono di sinistra.

Questo accade perché con l'adozione del sistema maggioritario, s'è incuneato nella testa di noi italiani un terribile tarlo, quello dell'appartenenza, che riduce tutto alla domanda rilevante: da che parte stai? Progressista o conservatore? Amico o nemico? Berlusconi o Veltroni? Cattolici veri o finti?
Questo appiattisce totalmente l'analisi, a beneficio del "con noi o contro di noi".

A me questa schematizzazione così netta riesce molto difficile ma credo di essere in numerosa e buona compagnia. Basta avere il coraggio e la volontà d'incontrarsi, di mettere insieme i pezzi come suol dirsi. Allora, affrontare i nodi del Paese alla luce della fraternità universale e nella ricerca di valori condivisi deve'essere una necessità; non un ingenuo esercizio di buonismo per temperare il cinismo della politica.

mercoledì 3 dicembre 2008

 

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