Oggi non si crede più nella politica perchè tutti la vedono ridotta a mero scontro di potere tra individui, potentati economici e militari, classi, partiti, popoli, gruppi religiosi.
Diciamo pure che essa è stata scientificamente pensata dai troppi sostenitori di una concezione conflittuale della natura umana. Non dimentichiamo l'"homo homini lupus" di Hobbes e i teorizzatori del "darwinismo sociale".
Impegnarci nel lodevole tentativo di rifondare la politica, significa prima di tutto prendere in considerazione l'uomo e poi il cittadino. Bisogna ripartire dall'uomo e riscoprirlo nella sua dimensione sacrale perchè la democrazia non basta se è solo tecniche e metodo; le occorre un anima per attingere a valori superiori proprio nell'interesse dell'uomo.
Bisogna creare una democrazia all'altezza del momento storico; una democrazia partecipata, di genere, economica e non solo politica, che esca dal palazzo ed entri nella cultura della gente: perchè la democrazia è un sistema politico mutevole e vulnerabile. Per rivitalizzarla, oggi, è indispensabile connettere rappresentanza e partecipazione, economia e politica, famiglia e istituzioni.
E' necessario inventare nuove forme e prassi che combinino la democrazia rappresentativa con quella partecipativa, affinchè riesca migliorata la qualità della prima con il contributo della seconda.
giovedì 20 novembre 2008
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