martedì 9 dicembre 2008

Il peso delle alternative

E' accettabile che la stabilità politica di un intero Paese dipenda dai voti ottenuti convincendo alcuni senatori a cambiare casacca, voltando le spalle ai cittadini che li hanno votati? O, ancora, dipenda dalle condizioni di salute di un manipolo di senatori a vita ultra ottantenni? E' tollerabile l'opposizione per vizio ideologico a tutto ciò che s’ispira a una razionalità che appartiene al sistema, si tratti di linee ad alta velocità, di pensioni o di posizioni da occupare sullo scacchiere internazionale?
Inoltre, nelle democrazie che funzionano, non governa la piazza, ma il popolo, due cose del tutto diverse.

Il collante di una coalizione, non dovrebbe essere esclusivamente la paura nei confronti di Berlusconi, perché impedire che governino gli altri è troppo poco per giustificare un governo.
Durante l'ultimo tesseramento a chi mi chiedeva: " Perché aderire all'Udeur se c'è la Margherita, tanto più forte, specie nella nostra provincia, Pescara?" - rispondevo con la storiella tanto cara a Sandro Pertini. Quando il Tribunale speciale lesse la sentenza che lo condannava, egli gridò: "Evviva il socialismo". Il maresciallo che comandava la scorta si complimentò con lui: "Bravo, finalmente uno, inneggiano sempre al comunismo!"

E, a proposito di comunismo, la storia si ripete; eccome! Come non ricordare la prima statua di Lenin abbattuta in Asia centrale all'urlo di "Allah akbar" ossia "Allah è grande". Oggi c'è Al Quaeda e sarebbe da miopi non vedere il legame esistente tra la fine del comunismo come ideologia di rivolta degli oppressi e l'islam fondamentalista di oggi.
Prima chi voleva combattere il capitalismo occidentale abbracciava il marxismo - leninismo perché era quella l'arma del tempo. Quando quest'arma è scaduta, ne è nata una nuova, che si chiama Al Quaeda. Allora bisogna chiedersi se sia possibile salvare capre e cavoli, mantenendo la bellezza del mondo che sta nella sua diversità ma anche nel rafforzamento delle peculiarità.

Per quanto riguarda il nostro Paese e l'Europa, nonostante il riferimento a Tucidide nell'incipit della costituzione europea: "La nostra Costituzione si chiama democrazia, perché il potere non è nelle mani di pochi, ma dei più"; nell'Unione continua a essere vero esattamente l'opposto.

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