venerdì 5 dicembre 2008

Seminare, condividere, ripartire. Insieme.

Siamo sicuri che il primo comandamento dica proprio: " Il prodotto interno lordo non deve mai rallentare."?
Siamo certi che oltre al mito del consumo infinito, non ci siano altri obiettivi, non esistano altri modelli di benessere da proporre alle famiglie già discriminate da una cultura in cui tutto è mercato, sempre più preoccupate per il presente e per il futuro?

Il nostro paese è ormai il mondo; un mondo dominato da due tendenze divenute, di fatto, ideologie spesso in conflitto: quella economica (che ha come riferimento il mercato) e quella sociale (portatrice di valori come la solidarietà e la gratuità, che ha nella famiglia il suo perno centrale). E a proposito di famiglia, a me sta a cuore quella "tradizionale" e con essa la vita, la pace, gli ultimi; ma se cito le prime due, sono considerata di destra, viceversa citando le seconde sono di sinistra.

Questo accade perché con l'adozione del sistema maggioritario, s'è incuneato nella testa di noi italiani un terribile tarlo, quello dell'appartenenza, che riduce tutto alla domanda rilevante: da che parte stai? Progressista o conservatore? Amico o nemico? Berlusconi o Veltroni? Cattolici veri o finti?
Questo appiattisce totalmente l'analisi, a beneficio del "con noi o contro di noi".

A me questa schematizzazione così netta riesce molto difficile ma credo di essere in numerosa e buona compagnia. Basta avere il coraggio e la volontà d'incontrarsi, di mettere insieme i pezzi come suol dirsi. Allora, affrontare i nodi del Paese alla luce della fraternità universale e nella ricerca di valori condivisi deve'essere una necessità; non un ingenuo esercizio di buonismo per temperare il cinismo della politica.

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