venerdì 21 novembre 2008

Per le donne / 2

Quale politica desiderano le donne? Come dovrebbe essere fatta?
A queste domande si potrebbero fornire risposte assai diverse. Sicuramente, noi donne sappiamo quale politica non vogliamo.
Non vogliamo una politica urlata. Una politica che segue unicamente il potere per il potere. Non vogliamo il confronto che scade nell'alterco e nelle offese personali. Lamentiamo la mancanza d’idee e programmi seri e concreti. Scatole vuote vendute da professionisti della comunicazione. Non apprezziamo chi si preoccupa solo di saper vendere meglio, magari il prodotto più scadente, interessato unicamente al risultato della vendita, cioè la conquista del potere. Non vogliamo una politica intesa solo come scienza dell'organizzazione del potere. Non vogliamo più tollerare, specie nella crisi attuale, il sistema chiuso: economia e politica.

Le recenti vicende che stanno interessando il sistema bancario e finanziario italiano, ci stanno dimostrando che l'inestricabile intreccio economia-partiti è solo un punto di arrivo di un unico processo secolare, che ha considerato la politica come il luogo esclusivo della gestione del potere, e l'economia come il luogo che doveva occuparsi solo di aumentare la ricchezza del Paese. In questa divisione è rimasto fuori l’elemento più importante: "la società civile", avendo costruito un mondo a due sole dimensioni, con gravissimo danno. In questo modo, infatti, la politica si allea con il mercato e da vita a un duopolio che tende a occupare tutti gli spazi della società.
Il cittadino è ridotto a elettore e consumatore, terreno di conquista del partito e dell'impresa di turno.
Sono convinta che la soluzione di questa crisi dovrà emergere da una nuova primavera della società civile.

Nessun commento:

 

Enter your email address:

Delivered by FeedBurner